Un dramma malinconico tinto di humor
Un dramma malinconico tinto di humor
Un dramma malinconico tinto di humor
L’esordio alla regia dell’attrice Monica Dugo, che immagina, scrive e interpreta la storia di una donna in cerca di un rifugio dai ruoli familiari e dalle aspettative di genere
Tra dramma e commedia, realismo e surrealismo, Come le tartarughe porta sullo schermo una storia fuori dal comune come idea e sviluppo della trama: quella di Lisa (interpretata dalla stessa Dugo), moglie e madre in una famiglia borghese romana, dalla vita apparentemente perfetta, fino al giorno in cui il marito svuoterà l’armadio di casa e abbandonerà la donna e i loro figli, il piccolo Paolo e la quindicenne Sveva (Romana Maggiora Vergano). Da quel momento Lisa si rifugerà dentro l’armadio per elaborare il lutto della separazione, mentre la figlia cercherà di tirarla fuori a ogni costo.
Tra dramma e commedia, realismo e surrealismo, Come le tartarughe porta sullo schermo una storia fuori dal comune come idea e sviluppo della trama: quella di Lisa (interpretata dalla stessa Dugo), moglie e madre in una famiglia borghese romana, dalla vita apparentemente perfetta, fino al giorno in cui il marito Daniele (l’attore Angelo Libri) svuoterà l’armadio di casa e abbandonerà la donna e i loro figli, il piccolo Paolo (Edoardo Boschetti) e la quindicenne Sveva (Romana Maggiora Vergano). Da quel momento Lisa si rifugerà dentro l’armadio per elaborare il lutto della separazione, mentre la figlia cercherà di tirarla fuori a ogni costo.
Un’indagine profonda sull’elaborazione del distacco
“Come le tartarughe è un film che parla di donne che sono forti, sì, ma sono anche donne del quotidiano. Che sono fragili, ma trovano comunque la volontà di far valere le loro posizioni. C’è un forte senso della femminilità, in un modo che forse difficilmente viene raccontata. Perché non fa rumore eppure è perenne e costante” – Dalla recensione di KeiLeela su Vampire’s Tears.
“Non voglio indugiare mai troppo sul dolore, sul dramma. Farlo sentire e percepire, grande, profondo, ma levare lo sguardo da esso un attimo prima piuttosto che un attimo dopo. Il mio obiettivo è riuscire a far sorridere, ma con un buco in petto” – Monica Dugo
DRAMA

Roma, centro storico. Daniele, Lisa e due figli: Sveva, ragazza adolescente. Paolo, sette anni. Famiglia perfetta e una vita che sembra perfetta. Ma non lo è. Daniele un giorno svuota la sua parte dell’armadio e va via. Lo shock e l’impreparazione a un evento simile, ma anche la consapevolezza che l’allontanamento sarà definitivo, sono per Lisa un trauma devastante. E con la calma che la contraddistingue, reagisce infilandosi nell’armadio che trova svuotato.L’armadio diventa rifugio, nascondiglio, un posto dove sospendere il tempo, dove nascondere il dolore e provare a curarlo. Sveva, adolescente matura ed energica, vede solo l’assurdità della cosa. Pian piano però si avvicinerà a Lisa, accettando il suo comportamento bizzarro, capendo il suo dolore. Paolo sembra non giudicare e il suo legame con la madre non viene meno, è solo stordito, confuso, tenero, dolente. La vita dentro l’armadio è tragica ma allo stesso tempo comica, ed è buffo che sia stata Lisa, all’inizio della storia, ad averlo voluto così spazioso, non certo pensando di abitarlo. Daniele non tornerà a casa, Lisa uscirà dall’armadio: non sarà la fine del dolore, ma il primo passo verso la consapevolezza di doverlo affrontare.
CREDITS
- REGIA: Monica Dugo
- SOGGETTO: Monica Dugo
- SCENEGGIATURA: Monica Dugo, Massimiliano Nardulli
- INTERPRETI: Monica Dugo, Edoardo Boschetti, Sandra Collodel, Francesco Gheghi, Annalisa Insardà, Angelo Libri, Romana Maggiora Vergano
- DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA: Gianni Mammolotti
- MONTAGGIO: Paola Traverso
- SCENOGRAFIA: Emanuela Zappacosta
- COSTUMI: Nicoletta Taranta
- MUSICA: Pier Cortese
- SUONO: Yann Fadanelli
- PRODOTTO DA: Matteo Levi per 11 Marzo Film
- PRODUZIONE: Cinzia Rutson per Do-Go & C.
- DISTRIBUZIONE: Cloud 9 Film