Il film acre, poetico e visionario di Trash Secco – scritto dai fratelli D’Innocenzo – sarà nelle sale italiane a partire dal 15 giugno
Una sberla necessaria, una storia d’amore fuori dagli schemi. Uno sguardo appassionato – diretto e senza fronzoli – alla Roma di sotto, una Roma in ‘decomposizione cromatica’
Prodotto dalla 11 Marzo Film in collaborazione con Rai Cinema e distribuito da Cloud9, il film è stato girato in quattro settimane, due sulle sponde del Tevere e due nella “Roma di sopra”. Ne sono protagonisti due senzatetto, Romeo e Callisto, che vivono tra ratti e nutrie sotto un ponte, in una Roma in “decomposizione cromatica”. Chiedono “uno spiccio” ai passanti che li ignorano e si nutrono anche di latte scaduto. Ma Bassifondi non è solo un modo per rendere visibile e ridare dignità di persona a chi di solito è rimosso; è anche la grande storia di un impossibile amore fraterno e un viaggio visionario verso la morte. Ne sono sorprendenti interpreti, quasi una coppia beckettiana, Gabriele Silli (artista e interprete di Re Granchio) e Romano Talevi (attore di cinema e teatro e tv).
Bassifondi di Trash Secco – artista e videomaker romano – è un esordio davvero folgorante – HotCorn
Bassifondi – già presentato alla Festa del Cinema di Roma – è l’opera prima di Trash Secco, al secolo Francesco Pividori, artista romano (classe ’89) che spazia dalla pittura alla regia, lavora come videomaker e direttore artistico con artisti musicali come Achille Lauro, Marracash e Noyz Narcos, noto anche per la sua prima opera indipendente, uno scioccante mockumentary che diventerà virale sul web: Nefasto: er mostro de zona.
“Non mi professo il portavoce degli ultimi, non sono il profeta di niente, volevo solo scavare dentro me stesso e volevo che lo facessero anche gli altri. Su di me ha funzionato: dopo questo film so di non essere più lo stesso. Spero che accada anche ad altri”. [Trash Secco da un’intervista a Zero]
Un racconto che non vuole mettere in risalto l’aspetto sociologico di chi vive ai margini, ma una storia molto personale, attraverso la capacità di Francesco di essere anche fisicamente vicino a questi personaggi. Non c’è tanto l’attrazione per una Roma che per molti è invisibile ma la capacità di entrare nel cuore di queste persone, di raccontarli dall’interno – Fabio D’Innocenzo
Bassifondi nasce da un soggetto del regista, scritto quindici anni fa, focalizzato sull’amore tra fratelli. Un amore viscerale, simbiotico, che l’autore ha nella realtà con suo fratello, e che ha trovato amplificazione nella visione dei fratelli D’Innocenzo, che nella scrittura del copione si sono concentrati “ossessivamente” sui due protagonisti. “Quella raccontata nel film è una storia d’amore fuori dagli schemi, un amore fraterno fatto di indissolubile dipendenza affettiva l’uno dall’altro – dichiara Trash Secco – Una coesione d’intenti fatta di autolesionismo e nichilismo che porterà i protagonisti ad affondare sempre più, dalla civiltà fatta di palazzi fino allo sprofondare negli abissi del proprio IO”.
A fare da cornice è una Roma oscura dai colori acidi, di un giallo acre quasi tendente al verde muffa, come in decomposizione cromatica
Una Roma amara da digerire per loro (i personaggi) e per gli occhi dello spettatore, condita di personaggi rozzi, brutti, sciatti, che di riflesso incidono nella miseria esistenziale dei due barboni che le orbitano dentro. E’ proprio in questo paesaggio arido, folle e tragico che troveremo spazio per un finale commovente, che ci rende quasi colpevoli di aver giudicato con il nostro sguardo quello che vedevamo, riuscendo invece ad empatizzare con i nostri due senzatetto. – [RomaToday]
Ci sono film che ci spingono a cambiare il nostro punto di vista, a mettere in discussione il nostro sguardo. Ci sono voci che scardinano le convenzioni e ci offrono il brivido di ascoltare qualcosa di inaudito e quindi straniante. Bassifondi ci riesce. – cinemaserietv.it
Con uno sguardo, quello di Trash Secco, che ci stimola in tutta la sua schiettezza e una voce, quella dei fratelli D’Innocenzo, autori della sceneggiatura, che ancora una volta si fa sentire con un volume unico. Perché è questo il vero talento dei due gemelli: dare vita a storie capaci di unire il bassofondo dell’animo umano e riuscire a elevarlo, creando un’empatia inaspettata tra grande schermo e spettatore. Coerente con la filmografia da registi dei D’Innocenzo, Bassifondi trova la sua forma migliore nell’unione tra la scrittura e la regia, dando vita a una nuova favolaccia che rimane appiccicata come lo sporco. O come le storie che contano.